Giuseppe Sinopoli era uno dei pochi romantici di razza che coniugava una spasmodica sete di "sapere" con le punte estreme di un romanticismo angosciato e tormentato. Sospettando che anche in un bicchiere d'acqua distillata potesse nascondersi qualcosa di affascinante, vi provocava un uragano per scoprirlo.




Conoscendo per vie indirette un pò della sua vita anche familiare, posso dire che era sempre alla ricerca di qualcosa di misterioso da far venire alla luce. Da buon archeologo, scavava in profondità gli angoli più nascosti delle partiture per tirarne fuori reperti musicali inediti. E da quasi medico, spesso affondava il bisturi per fare pulizia. Questo lo rendeva grande con Mahler e Wagner (che rendeva gradevoli anche al sottoscritto lontano anni luce dai due compositori), ma era pericoloso con Beethoven di cui spesso non riusciva a dare la visione d'insieme. Con Mozart, poi, quelle rarissime volte che lo affrontava, usava sempre il pennello ottocentesco.


Personalmente lo stimavo e lo apprezzavo (ed ora lo piango), anche se era lontanissimo dai miei canoni estetici.




Pino Caserta

Sinopoli, poveretto, è morto "combattendo", cioe' sul campo: e qui purtroppo non c'e' niente da dire: "quando te tocca te tocca";