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I Forum dei Filarmonici

1) la RAI vuole creare un Concerto di capodanno tutto italiano, in concorrenza con quello di Vienna. Condividete questa scelta?

2) Professione musicista: i conservatori italiani danno delle concrete opportunità di inserimento nel mondo del lavoro artistico musicale, o rimangono solo fabbriche per disoccupati? Quali prospettive per i giovani musicisti? Scrivete le vostre impressioni.

3) La morte di Giuseppe Sinopoli.

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Concerto di Capodanno



Quando la RAI annunciò che avrebbe voluto instaurare dal 1° gennaio 2004 una tradizione tutta italiana del Concerto di Capodanno, in concorrenza con il tradizionale Concerto trasmesso in diretta da Vienna da circa trent'anni, rimasi assai perplesso. Con enfatiche parole l'annunciatore disse che il Concerto di Capodanno in diretta al mezzodì del primo gennaio sarebbe stato trasmesso da ora in poi dal rinato teatro La Fenice di Venezia. Il concerto di Vienna sarebbe stato trasmesso invece in differita (sic). Tutto per un puntiglio di orgoglio nazionale dei dirigenti RAI. Orbene, senza nulla togliere ai meriti delle orchestre, dei teatri e dei compositori italiani, mi chiedo come sia stato possibile uno scempio del genere, nel sostituire il concerto viennese con quello italiano in una simile circostanza.
Per curiosità la mia radio era sintonizzata sulla diretta da Vienna ed il televisore su quella da Venezia. Il divario era abissale. Come potevano reggere a confronto i valzer e le polke viennesi con il loro brio e la loro adeguatezza all'evento con le più misurate, scontate e straconosciute Traviate, Barbieri e Danze delle ore italiane? Come è possibile trasmettere a Capodanno il preludio dall'ultimo atto di Traviata, ove la musica è tutta impregnata della morte prossima di Violetta? Ma anche le altre musiche erano scontate e comunque inadatte all'occasione. Il confronto con Vienna era impietoso allorquando, mentre Violetta era morente a Venezia, dalla sala degli amici della musica di Vienna un orchestrale al termine della Champagne-polka stappava in allegria una bottiglia del pregiato vino mescendo a colleghi ed al Maestro. E poi, se di orgoglio italiano si vuole parlare come la mettiamo che Muti a Vienna è stato messo da parte in favore di Maazel a Venezia?

Qualcuno obietterà che comunque il concerto viennese è stato trasmesso (in differita), ma è certo che il sapore e l'atmosfera della diretta sono tutt'altra cosa. Emerge indubbiamente da questa scelta editoriale unicamente una forte ristrettezza di vedute laddove la musica non può essere considerata patrimonio esclusivo di un solo paese, bensì nel suo valore universale. Tali scelte televisive invero sanno molto di campanilismo e poca conoscenza della materia musicale. Ben vengano i valzer degli Strauss nelle occasioni giuste così come le opere italiane in altre occasioni.
Siamo certamente favorevoli ad instaurare una nuova tradizione concertistica tutta italiana in uno dei più bei teatri che c'è nel nostro paese, ma tale innovazione non deve certo soppiantare un evento tradizionale quale quello viennese con una delle orchestre (i Wiener Philarmoniker) migliori al mondo. Basterebbe trovare un'altra data consona ad un concerto che offre determinati requisiti. Peraltro già avremmo una grande tradizione di grande risalto mondiale che è l'inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano ogni 7 dicembre. Ma di diretta televisiva manco a parlarne. Qui si aprirebbe un altro capitolo sull'opera in televisione, ma su questo è meglio stendere, in questi tempi, un velo pietoso.